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Ieri all’incontro Roma, abitare la metropoli della conoscenza con l’architetto Amedeo Schiattarella, e l’ex assessore all’Urbanistica di Roma Capitale, Luca Montuori, a cui hanno partecipato molti professionisti, ho potuto parlare della prospettiva che intendo portare in Regione sul tema dell’abitare e dello sviluppo della città.

Roma potrà diventare una risorsa per tutto il Paese quando verrà riconosciuta come Capitale della conoscenza e della solidarietà e non più come Capitale del turismo mordi e fuggi. Ma perché ciò accada, è necessario che Città e Regione si facciano promotrici di una rinnovata visione del diritto all’abitare che metta al centro l’equità sociale attraverso alloggi a prezzo più accessibile sia per le famiglie che per gli studenti.

Roma conta 4 Università pubbliche e più di 50 tra istituti universitari italiani e pontifici. A questi si aggiungono oltre 20 scuole e accademie internazionali e 12 istituzioni mondiali, tra cui 6 agenzie delle Nazioni Unite. Questa comunità si arricchisce di centri di ricerca, start-up e piccole e medie imprese che gravitano su tutto il territorio metropolitano, costituendo un potenziale ecosistema di scala globale che verrà ulteriormente arricchito dal Rome Technopole, realizzato grazie ai fondi del Pnrr. Dare ospitalità accessibile anche alle persone protagoniste di questo sviluppo significa rendere Roma il cuore italiano della produzione della conoscenza a livello internazionale. Allo stesso tempo intervenire sulle politiche della casa significa dare risposta alle 40mila famiglie in difficoltà abitativa, perché solo abbattendo le disuguaglianze si può verificare uno sviluppo armonico e sostenibile. Per questo la città va dotata di case a prezzo accessibile, forme innovative di abitare e alloggi in aree accessibili anche fuori dalla Capitale.

Molto può la Regione per rimuovere gli ostacoli al fondamentale diritto a un’abitazione dignitosa, ad esempio potenziando  i servizi che la Regione fornisce tramite il suo ente Disco, incrementando le borse di studio e il numero di alloggi e residenze universitarie senza un ulteriore consumo di suolo netto, spingendo l’Ater a mettere a disposizione di studenti e studiosi nuove strutture di coabitazione in tutti i territori della regione, centri minori oggi senza più attrattiva potranno tornare a vivere grazie anche alla presenza della comunità scientifica. A patto che Regione e Ferrovie dello Stato dotino i territori di collegamenti efficaci.