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Il Lazio ha un ruolo preminente per il settore audiovisivo. La presenza storica sul territorio di Cinecittà, della Rai, di centinaia di società di produzione e post-produzione e di migliaia di professionisti hanno fatto del Lazio una realtà con un potenziale di profilo internazionale. È necessario lavorare per sostenere e rilanciare questo settore con uno sguardo ai nuovi mezzi di distribuzione digitale e alle nuove tecnologie.

Per questo gli strumenti di sostegno disponibili in Regione vanno rafforzati, anche mediante un ottimale impiego dei Fondi Europei disponibili.

Un concreto “cambio di passo” in senso positivo è stato fatto in questi anni della Regione sul fronte del sostegno alla produzione cinematografica e audiovisivo. Serve farne uno altrettanto incisivo rivolto allo spettacolo dal vivo che sia espressione di una visione strategica del sostegno alla vita culturale – produzione, diffusione, partecipazione e godimento.

Per farlo è necessario essere consapevoli (conseguenti nelle misure che si adottano) che anche gli attori privati, nelle varie forme in cui si organizzano, sono essenziali.

Mi sono confrontato nel corso della campagna elettore anche con operatori e rappresentanti dello spettacolo dal vivo, del cinema, dell’audiovisivo e di altre forme performative innovative. È un confronto che intendo continuare perché sia presto integrato in un disegno organico di politiche culturali.

Un disegno che accanto alle misure di sostegno alla produzione, deve comprendere interventi a sostegno delle residenze artistiche e della formazione ai linguaggi e mestieri dello spettacolo e in generale delle arti. Il tutto cercando di favorire, sul territorio regionale, l’integrazione tra i sistemi che curano il patrimonio culturale o la divulgazione scientifica e quelli che producono arti in ciascuna delle sue espressioni.

I punti che seguono sono stimoli operativi emersi in questo confronto, limitatamente all’audiovisivo e ad alcuni aspetti che riguardano lo spettacolo dal vivo e che penso debbano fare parte di scelte che dovrà discutere il prossimo governo regionale.

• La Roma-Lazio Film Commission ha bisogno di un nuovo impulso attraverso una revisione sostanziale del suo funzionamento e degli strumenti di sostegno alla produzione. Bisogna estendere i servizi e il supporto pratico alle produzioni e coordinarli con i finanziamenti attualmente concessi mediante Lazio Innova. È indispensabile riequilibrare il rapporto tra Roma e le altre province del Lazio.

• Le PMI di settore, con sede nel Lazio, quelle sane e protagoniste di molta della innovazione nei contenuti e linguaggi dell’audiovisivo, hanno sempre difficoltà a gestire i flussi di cassa, anche perché i contributi pubblici sono sempre differiti. Penso si debba istituire un fondo di garanzia al credito di queste imprese per le finalità connesse alla produzione, post-produzione e promozione di prodotti audiovisivi.

• Da diversi anni la Regione mette a disposizione del cinema fondi per sostenere e potenziare gli investimenti nelle produzioni. Mi pare maturo, necessario e possibile senza troppi drammi al bilancio regionale, dedicare una analoga attenzione alle produzioni di arti teatrali e nuova drammaturgia con un fondo analogo a sostegno degli investimenti. In parallelo va ampliata la percentuale di risorse del fondo unico regionale dello spettacolo per il sostegno dei teatri indipendenti e privati e le numerosissime produzioni di prosa, musica e danza attualmente pressoché escluse.

• Registro un’eccessiva aleatorietà nei bandi rivolti in generale al sistema culturale regionale; da quelli per i sistemi museali a quelli per l’audiovisivo. Occorre eliminare oscillazioni e incertezze che ricorrono, dare scadenze certe, programmate e periodiche alla pubblicazione e aggiudicazione dei bandi regionali in ogni ambito del sostegno alla cultura, pluriennali ovunque applicabile.

• Attraverso accordi di sistema che ritengo possibili con le sale, le associazioni culturali e dei festival presenti in Regione da coordinare con la Festa del Cinema, si può creare un circuito regionale di “case del cinema” e programmi di circolazione delle opere indipendenti. Questo intervento va coordinato con una razionale utilizzazione delle sale comunali e polifunzionali della Regione al fine di garantirne un pieno utilizzo, anche con il coinvolgimento di associazioni no-profit da selezionare mediante appositi bandi con attenzione territoriale.

• A causa di prescrizioni concepite nel passato per impedire cambi sostanziali della destinazione d’uso delle sale cinematografiche (obiettivo che condivido e da confermare) si sono generati però vincoli che impediscono il pieno uso dei luoghi stessi anche per attività che possono rendere le sale luoghi di attrazione e vita culturale anche oltre gli orari di proiezione, creando di fatto una condizione schizofrenica del sistema che ne limita il suo potenziale sviluppo. Penso si debba intervenire sulle norme regionali che regolano l’apertura delle sale cinematografiche per superare questa schizofrenia e per rafforzare la presenza sul territorio di centri culturali polifunzionali.

• Fare teatro oggi significa confrontarsi con l’integrazione di ogni forma dell’espressione artistica contemporanea, immagini fisse e in movimento, suoni, parole, gesti, spazi architettonici reali o virtuali. Fare teatro significa mettersi in relazione con altre persone per narrare insieme una storia, per suscitare insieme un’emozione e per farlo bisogna scoprirsi e cooperare. Penso sia importante che la Regione sviluppi un programma di avvicinamento al teatro, nelle scuole, nei luoghi per anziani, ma anche nei penitenziari e lo renda parte integrante della promozione dei linguaggi cinematografici e teatrali in sinergia con misure Mic-Miur rivolte alle scuole. Mi hanno proposto di dare vita a una settimana della cultura interdisciplinare e itinerante che tocchi le realtà locali. Mi piacerebbe pensarla come il contributo di protagonisti, anteprime, spettacoli che promuovendosi rendono tangibile il contributo della partecipazione alla vita culturale e alla formazione di comunità pacifiche e coese.