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Avere tempo è una delle condizioni fondamentali per la ricerca scientifica, per la formazione della conoscenza e per la creazione culturale. Per questo l’Europa da anni sostiene lo sviluppo di progetti culturali di durata pluriennale. E per questo, da assessore di Roma Capitale, ho reso triennali e integrati i bandi come i contratti di servizio, perché alla cultura serve tempo per lavorare bene.

Perché è fondamentale avere tempo? Per assicurare una maggiore efficienza economica, certo, ma soprattutto per garantire la qualità dei progetti che si realizzano, per produrre nuove creazioni, specie se intendono avere impatto sui luoghi che le ospitano, invece di limitarsi a distribuire o ripetere sempre le stesse.

Dunque, occorre lavorare perché la pluriennalità dei bandi e l’integrazione tra le diverse misure sia il criterio che le istituzioni pubbliche e private adottano per sostenere la produzione culturale, assicurando che ce ne sia finalizzata allo sviluppo del contemporaneo e riservando bandi annuali a progetti che devono sperimentarsi. Ritengo anche sia necessario lavorare per una chiara e condivisa strategia pubblico-privata che guidi l’attuazione degli strumenti di finanziamento. Strategia che deve assicurare uno scambio tra Roma, la sua area metropolitana e le altre province, perché si consolidi un sistema regionale all’altezza delle qualità che esprime e che il territorio può attrarre.

Si sono appena conclusi i progetti triennali finanziati dal Comune di Roma per il periodo 2020-2022. Per le stesse ragioni che porterò all’attenzione del Consiglio regionale del Lazio, è importante che si compia ogni sforzo per confermare la pluriennalità, superando le eventuali resistenze delle strutture amministrative, che a mio tempo ho conosciuto.